Il saggio analizza l’Antropologia pragmatica di Kant alla luce degli altri scritti critici e precritici, delle Lezioni, delle fonti e del dibattito critico internazionale più recente. Viene chiarito anzitutto il rapporto tra antropologia e critica della ragione: gli esiti della Dialettica trascendentale impongono a Kant di individuare un nuovo assetto per la scienza empirica dell’uomo superando la prospettiva scolastica. Ciò si manifesta nell’adozione del termine «antropologia», che tuttavia Kant distingue dalle antropologie mediche del tempo, per lo più deterministiche, grazie (...) all’impostazione «pragmatica». La psicologia empirica viene inglobata ma riformata nel nuovo progetto: nella Didattica Kant sottolinea gli aspetti problematici o «negativi» nell’uso delle facoltà: si individuano così gli «elementi» di un’antropologia poi utilizzati nella Caratteristica per definire il senso della «destinazione» razionale dell’uomo nel senso del concetto cosmico della filosofia. (shrink)

Bu makale, Sözde-Aristoteles’in Risâletü’t-Tüffâha veya Kitâbü’t-Tüffâha’sını (Lat. Liber de Pomo) tarihçesi, muh- temel yazarı ve yazmaları itibarıyla incelemekte, içeriği hakkında genel bir bakış sunmakta ve daha önce tahkikli neşri yapılmamış olan Arapça tam versiyonunun tahkikli neşrini içermektedir. Tahkikte, risalenin orijinal Arapça versiyonuna en yakın yazma nüshası esas alınmış ve ikinci bir tam nüsha ile karşılaştırma yapılmıştır. Makalede Risâletü’t-Tüffâha’nın ilk olarak Kindî-çevresinde Arapça telif edildiği, ardından Bâtınî-İsmâilî ve Hermetik gelenek- lerde alımlandığı ve hikemiyât literatüründe ve tabakat eserlerinde dolaşıma girdiği öne sürülmektedir. (...) Bununla birlikte, bilimsellik vurguları ve risalenin sözde bir eser olduğuna dair farkındalıkları sebebiyle Meşşâî filozoflara göre Risâletü’t-Tüffâha makbul bir risale değildir. Ayrıca, İbrânî-Latin geleneğinin risaleye ilgisi felsefenin Yahudi ve Hıristiyan toplumlarında kabul görmesini kolaylaştıracak şekilde Aristoteles’in tüm eserlerini alımlamaya yönelik geniş çaplı gayretlerinin bir parçası olduğu için dikkate değerdir. Sonuç olarak, Sözde-Aristoteles’in Risâletü’t-Tüf- fâha’sı felsefeyle dinin uzlaştırılmasını kolaylaştıran dinî-felsefî bir eser olup İslâm, Yahudi ve Hıristiyan çevrelerde özellikle bu nedenden dolayı dolaşıma girmiştir. (shrink)

Addresses the implications of a document found in the Archivio di Stato di Siena which affirms a connection between Farinata degli Uberti, a Florentine conspicuously encountered by Dante the pilgrim in Inferno 10, and the Sienese Ghibellines with whom he and his fellow Florentine Ghibellines joined, in an alliance which produced the Sienese victory at the battle of Montaperti in 1260.

Europa, cristianità, istruzione, educazione, società secolare, tempi moderni. Questi e molti altri ancora i temi che Rémi Brague affronta tin questo volume. Il continuo processo di individualizzazione, caratterizzato dal razionalismo, ha comportato un totale indebolimento dei legami societari e ha posto al centro le libertà e i diritti dei singoli. Si assiste così all’evoluzione di una società secolarizzata che giunta al suo capolinea non riesce più a bastare a se stessa. Il pensiero moderno non sembra essere in grado di giustificare (...) il fatto che esistono degli uomini sulla terra, cercando di costruire unicamente sul proprio terreno senza considerare ciò che trascende l’umano, Natura o Dio. “Il progetto dei Tempi moderni è fallito. L’ateismo è incapace di rispondere alla questione della legittimità dell’uomo”. Brague insiste nel mettere in rilievo il carattere missionario del cristianesimo: questo – scrive – non è riservato esclusivamente agli europei. Si chiede quindi Brague se la nostra società abbia ancora il desiderio di vivere e di agire e auspica che tale desiderio sia destato, attingendo alla sorgente della vita. Contro il cristianismo e l’umanismo si presenta come una originale riflessione sulla società di oggi, attenta a non nascondere l’aspirazione propria di ciascun individuo, per cui è legittimo parlare di ciò che veramente è ‘umano’ e di una dimensione spirituale che caratterizza ciascuna cultura. (shrink)

Commentando Aristotele, Phys. II 4, 6 e 8, Filopono assume costantemente Empedocle come modello di tutta una tradizione filosofica che individua nella materia e nel caso i principi sia dell’universo sia degli enti particolari. Filopono e d’accordo con Aristotele nel ritenere assurda la posizione dei materialisti, che considerano il caso non soltanto come causa degli enti che divengono sempre o per lo piu allo stesso modo, tra i quali talvolta si verificano casi di enti che si generano contro (...) natura, ma anche come causa dei corpi celesti, che si muovono di movimenti sempre identici e tra i quali non si osservano casi di contro natura. Ma se nella Fisica Aristotele ha opposto a questa posizione teorica la sua nozione di natura come causa finale, Filopono oppone al caso dei fisiologi materialisti la provvidenza, che egli chiama anche “provvidenza della natura” e che differenzia come natura universale e natura particolare. Pur utilizzando un concetto non aristotelico, gli argomenti di Filopono sono il frutto di un’eccellente esegesi di Aristotele, e persino l’esclusione del contro natura nell’ambito della natura universale sembra riconducibile a quanto Aristotele insegna nel De generatione animalium. (shrink)

Se l'attenzione maggiore degli studiosi si è da sempre concentrata sulle Dionisiache, non di meno negli ultimi vent'anni si assiste a un rinnovato interesse per l'altro poema esametrico attribuito a Nonno, la Parafrasi del Vangelo di Giovanni; ciò soprattutto per merito di Enrico Livrea e della sua scuola fiorentina, di cui anche l'autore di questo volume fa parte. Esso rappresenta una tappa ulteriore – dopo l'edizione del Canto I (De Stefani), del Canto II (Livrea), del Canto XVIII (Livrea) e (...) del Canto XX (Accorinti) – in quello che si annuncia come un progetto di edizione critica commentata di tutti canti del poema sacro nonniano: progetto certamente ambizioso ma indispensabile per fare luce piena su un momento fondamentale dell'epica tardoantica. Diversamente dalla poesia centonaria, Nonno, pur seguendo dappresso la Vorlage evangelica, volle fare opera in qualche misura originale e ci riuscì, pur con uno stile che non si potrebbe immaginare più contrastante rispetto alla austera sobrietà del dettato giovanneo. Il volume di Agosti, sostenuto da una ricchissima e pressocché completa bibliografia, si apre con una Introduzione assai ampia e decisamente pregevole per la capacità dimostrata dallo studioso di inquadrare il poema nonniano nell'ambito vasto dell'epica tardoantica non solo greca ma anche latina: da questo punto di vista illuminanti appaiono i raffronti con Giovenco, Aratore, Claudiano, Prudenzio, Commodiano, oltre che, naturalmente, con Gregorio Nazianzeno, Eudocia e gli Homerocentones. Convinto che il Nonno parafraste sia il medesimo autore delle Dionisiache, Agosti ritiene decisamente superata la tesi contraria, e intelligentemente si limita a rilevare la straordinaria affinità fra i due poemi non solo a livello stilistico, linguistico e metrico, ma anche – aspetto forse ancora più sorprendente – sotto il profilo concettuale: «Vi sono elementi di chiaro influsso cristiano nelle D. e d'altra parte la figura di Cristo tende ad assumere alcuni tratti bacchici nella P.» (p. 46). Una tesi, questa, che viene corroborata con numerosi raffronti puntuali nelle dense note di commento. Essendo gran parte del Canto Quinto, corrispondente al quinto capitolo del vangelo giovanneo, dedicato al miracolo del paralitico guarito nella piscina di Bethesda, viene affrontato il problema dello spazio dedicato ai miracoli di guarigione nel mondo pagano e cristiano del V secolo, in particolare nell'ambiente egizio dove Nonno visse e operò (ma molto cauto si mostra, a mio avviso saggiamente, l'Autore nei confronti di identificazioni troppo incerte, come quella che vorrebbe Nonno vescovo di Edessa). Il lettore deduce dalle sue considerazioni come nulla di sorprendente o di aberrante l'uomo tardoantico potesse scorgere nel racconto di Giovanni, che anzi non discorda da analoghe imprese attribuite ad Asclepio, il dio guaritore ϰατεξοχήν, ma anche a taumaturghi come Apollonio di Tiana: si trattava, se mai, di una sorta di concorrenza fra Cristo e i suoi omologhi e rivali pagani. Allo stesso modo, Agosti pensa che il pubblico della Parafrasi e quello delle Dionisiache fosse in sostanza il medesimo, forse con una percentuale cristiana maggiore nel primo caso e minore nel secondo. Ovviamente si rimane nel campo delle ipotesi, ma certo il sincretismo del tempo poteva forse spingersi tanto avanti da giustificare simile osmosi, anche se appare lecito dubitare che cristiani convinti giungessero a tollerare l'incredibile ampiezza del poema a gloria di Dioniso, e, viceversa, che a un pubblico pagano potesse veramente interessare il vangelo di Giovanni – di cui per altro Agosti segnala qualche risonanza in ambiente neoplatonico. Meritorie appaiono anche le osservazioni sul retroterra esegetico del poema sacro, «più vicino all'esegesi che alla parafrasi stricto sensu» (p. 111), con particolare riferimento al commento giovanneo di Cirillo d'Alessandria: una consonanza del resto già osservata da altri studiosi della Parafrasi. Nelle note l'Autore cita numerosi passi da Cirillo, non nascondendosi comunque la notevole libertà con cui Nonno – il cui intento primario non dovette certo essere teologico – se ne servì. Non meno interessanti le considerazioni su alcuni punti di contatto con la liturgia, tema di cui Agosti segnala la non secondaria importanza per una valutazione corretta e completa dell'epica cristiana. (shrink)

È possibile rivalutare l’attenzione di Popper verso i presocratici in un quadro interpretativo più ampio rispetto a quanto sostenuto finora? Il lavoro propone una generale riconsiderazione del tema principalmente attraverso lo studio delle fonti utilizzate nella lettura di Parmenide e degli altri presocratici, con l’intento di evidenziarne i legami con il contesto generale della filosofia popperiana.

Hristiyan inancı içerisinde merkezi konuma sahip olan mevzulardan birisi de, İsa’nın ölümünden üç gün sonra diriltildiğine yönelik olan inançtır. Hristiyan eskatolojisinin de dayanak noktasını oluşturan bu mevzu, dinler tarihi ya da teoloji gibi disiplinlerin içerisinde tartışıldığı gibi, çeşitli Hristiyan düşünürlerce, din felsefesi disiplini içerisinde de tartışılmıştır. Din felsefesi açısından bakıldığında, konunun merkezi konumda olması, bu mevzunun rasyonel bir zeminde tartışılıp tartışılamayacağını da beraberinde getirmektedir. Bu bağlamda, özellikle din felsefesi içerisinde birçok Hristiyan düşünür tarafından konu ele alınmış ve farklı çevrelerce de (...) mevzuya yönelik karşı itirazlar dile getirilmiştir. Bu noktada yapılan tartışmaların içeriğine baktığımızda, mucize kavramı önem taşımakla birlikte, Hristiyan düşünürlerin argüman haline getirdikleri ve bir delil olarak öne sürdükleri “Boş mezar” ve “Tanıklıklar gibi birçok farklı husususun din felsefesi açısından tartışıldığını söyleyebiliriz. Ayrıca bazı ateist düşünürlerin bu delillere yönelik itirazları olmakla birlikte, bazı Hristiyan tarihçilerinde konuya ilişkin ciddi itirazları bulunmaktadır. Biz de bu makalemizde, İsa’nın ölümünden sonra dirilişinin rasyonel bir şekilde izahının nasıl olabileceği sorusunu merkeze alıp, konuyu Hristiyan düşünürlerin bakış açısından değerlendirmeye çalıştık. Bu noktada İslam gibi farklı dinlerde ve farklı anlatılarda karşımıza çıkan Hz. İsa figürünü konumuzun dışında tuttuğumuzu ayrıca belirtelim. Çünkü bizim yazımızın konusunu oluşturan kişi Hristiyan inancındaki İsa ve bu din içerisinde önem taşıyan kutsal metinler ve bu metinlerde geçen anlatılar oldu. Bu açıdan bakıldığında yazımız içerisinde, konuya ilişkin doğrudan bir teoloji ya da dinler tarihi çerçevesinde değerlendirme yapmaktan çok, din felsefesi içerisinde bize sunulan tartışmalardan yola çıkarak eleştirilerimizi ve tahlillerimizi dile getirmeye çalıştığımızı ifade edebiliriz. (shrink)

The notion of unconscious finds support in many experimental studies that use the dissociation method. This method allows us to distinguish between conscious and unconscious mental states when participants cannot explain why they performed as they did in an experiment. The paper will discuss the notion of unconscious by considering David R. Shanks’ criticisms of the application of the dissociation method: it will assess three studies Shanks proposes as reexaminations of three other relevant studies in the literature and show how (...) Shanks’ work provides an examination of the methodological pitfalls of such studies. The paper will argue that, although Shanks’s results are relevant regarding theories about the structure of cognition, his theoretical positions are at best confused and at worst diminish the importance of his research outcomes. It will conclude by showing why Shanks’s results that legitimize the role of consciousness in cognition can be problematic for the physicalistic or materialistic framework endorsed by cognitive psychologists. Keywords: Dissociation Method; Dual-process Theories; Cognitive Psychology; Consciousness; Unconscious La distinzione tra cognizione conscia e inconscia nell’opera di D.R. Schanks: una valutazione critica Riassunto: La nozione di inconscio trova supporto in vari studi sperimentali che utilizzano il metodo della dissociazione. Secondo la letteratura cognitivista questo metodo permette di distinguere tra stati mentali consci e inconsci quando i partecipanti non sono in grado di riportare verbalmente il perché si sono comportati in un certo modo durante l’esecuzione di un compito sperimentale. Il presente articolo discute la nozione di inconscio in relazione alle critiche di David R. Shanks all’applicazione del metodo della dissociazione. Più precisamente, esso valuta tre studi che Shanks propone come repliche e rivalutazioni di altrettante ricerche a favore della cognizione inconscia e mostra l’autore riesca con successo a metterne in luce le carenze metodologiche. Inoltre, sostiene anche che, sebbene i risultati sperimentali di Shanks siano importanti per le teorie sulla struttura della cognizione, le sue posizioni teoriche sono quantomeno confuse e rischiano di ridimensionare la portata delle sue conclusioni empiriche e metodologiche. L’articolo conclude mostrando le ragioni per cui i risultati di Shanks, che legittimano il ruolo della coscienza nella cognizione, siano controversi in quanto adottano una posizione filosofica fisicalistica o materialistica comune alla maggioranza degli psicologi cognitivi. Parole chiave: Metodo della dissociazione; Teorie del doppio processo; Psicologia cognitiva; Coscienza; Inconscio. (shrink)

In questo articolo rifletto sulla nascita della grammatica araba e il suo sviluppo come fonte dell’esegesi coranica dall’VIII al XIV secolo. Il legame tra esegesi e grammatica è stato oggetto di diversi studi che esaminano le origini delle categorie grammaticali. Sebbene non ci sia evidenza di uno spiccato interesse per la grammatica da parte degli esegeti coranici, essi hanno comunque dovuto adoperarla per spiegare i significati del testo sacro. In particolare, nei commentari classici è data particolare attenzione alla lessicografia (...) e meno alla struttura grammaticale. A ogni modo, in alcuni passaggi, anche se sporadici, le categorie grammaticali stesse fungono da spiegazione, essendo portatrici di significati. Questo si evince dalla letteratura sufi dove le terminologie della grammatica araba sono simboli delle stazioni dell’anima nel cammino spirituale, come nella _Grammatica dei cuori_ di al-Qushayrī. In questo articolo, analizzo il ruolo della grammatica nelle Scienze Coraniche secondo il teologo al-Ghazālī e dopo una panoramica della storia della disciplina nel periodo classico della storia islamica, e evidenzio il modo in cui le terminologie grammaticali servono per la comprensione profonda del significato nella Sūra al-Fātiha nel commentario sunnita di Ibn Kathīr. In this article I reflect on the emergence of Arabic grammar and its development as a source for Qur’ān exegesis from VIII to XIV century. The connection between exegesis and grammar has been the subject of several studies examining the origin of grammatical categories. Although there is no evidence of a clear interest for grammar by Qur’ān exegetes, they necessarily used it to explain the meanings of the sacred text. In particular, in the classical commentaries there is a particular attention to lexicography and less to the grammatical structure. However, in some passages, even if sporadic, the grammatical categories themselves perform an explanatory function, being bearers of meanings. This is manifest in Sufi literature where Arabic grammar terminologies are symbols of the stations of souls in the spiritual path, like in the _Grammar of the heart_ by al-Qushayrī. In this article, I analyse the status of grammar in Quranic Sciences according to the theologian al-Ghazālī and after an overview on the history of the discipline in the classical period of Islamic History, and I highlight the way grammar terminologies serve as a key to understand profound meaning in sura al-Fātiha in Ibn Kathīr’s sunni commentary. (shrink)

The End of the Timeless God considers two approaches to the philosophy of time, presentism and eternalism. It is often held that God cannot be timeless if presentism is true, but can be if eternalism is true. R. T. Mullins draws on recent work in the philosophy of time as well as the work of classical Christian thinkers such as Augustine, Anselm, and Aquinas to contend that the Christian God cannot be timeless in either case.

01. Athènes, Attique, Mégaride (Joannis Mylonopoulos) 01.00 – Généralités – Une vue d’ensemble mise à jour des cultes impériaux de Trajan (Athènes), d’Hadrien (Athènes, Éleusis), d’Antonin le Pieux (Athènes) et de Marc Aurèle (Athènes) qui incorpore des informations épigraphiques ainsi que des témoignages archéologiques tels que statues, autels et bâtiments. L’étude traite également des fêtes et des prêtres associés au culte de l’empereur. F. Camia, Theoi Sebastoi. Il culto degli imperatori r...

Cognitive Models of Science resulted from a workshop on the implications of the cognitive sciences for the philosophy of science held in October 1989 under the ...

We discuss five kinds of representations of rationales and provide a formal account of how they can alter disputation. The formal model of disputation is derived from recent work in argument. The five kinds of rationales are compilation rationales, which can be represented without assuming domain-knowledge (such as utilities) beyond that normally required for argument. The principal thesis is that such rationales can be analyzed in a framework of argument not too different from what AI already has. The result is (...) a formal understanding of rationales, a partial taxonomy, and a foundation for computer programs that represent and reason with rationales.The five kinds of rationales are as follows: (c)ompression and (s)pecialization, which yield rules, and (d)isputation, which yields a decision. These are modeled as potentially changing the focus of the dispute. Then there are (f)it, a rationale for rules, and (r)esolution, a rationale for decisions. These cannot be modeled as simply; they force disputation to a meta-level, at least temporarily. (shrink)

What kind of knowledge is medical knowledge? Can medicine be explained scientifically? Is disease a scientific concept, or do explanations of disease depend on values? What is ‘evidence-based’ medicine? Are advances in neuroscience bringing us closer to a scientific understanding of the mind? The nature of medicine raises fundamental questions about explanation, causation, knowledge and ontology – questions that are central to philosophy as well as medicine. In this book Paul R. Thompson and Ross E. G. Upshur introduce the fundamental (...) issues in philosophy of medicine for those coming to the subject for the first time. They introduce and explain the following key topics: Understanding the physician-patient relationship: the phenomenology of the medical encounter. Models and theories in biology and medicine: what role do theories play in medicine? Are they similar to scientific theories? Randomised controlled trials: can scientific experiments be replicated in clinical medicine? What are the philosophical criticisms levelled at RCTs? The concept of evidence in medical research: what do we mean by ‘Evidence-based medicine?’ Should all medicine be based on evidence? Causation in medicine What do advances in neuroscience reveal about the relationship between mind and body? Defining health and disease: are explanations of disease objective or do they depend on values? Evolutionary medicine: what is the role of evolutionary biology in understanding medicine? Is it relevant? Extensive use of empirical examples and case studies is made throughout the book. These include debates about smoking and cancer, the use of placebos in randomised controlled trials and controversies about research into the causes of HIV and autism. This is an indispendable introduction to those teaching philosophy of medicine and philosophy of science. (shrink)

ObjectiveAre people with a characteristically large physiological sway rendered particularly unstable when standing on a moving surface? Is postural sway in standing individuals idiosyncratic? In this study, we examine postural sway in individuals standing normally, and when subtle continuous sinusoidal disturbances are applied to their support platform. We calculate consistency between conditions to verify if sway can be considered characteristic of each individual. We also correlate two different aspects of participants’ responses to disturbance; their sway velocity and their regulation of (...) body orientation.MethodsNineteen healthy adults (age 29.2 ± 3.2 years) stood freely on footplates coaxially aligned with their ankles and attached to a motorized platform. They had their eyes closed, and hips and knees locked with a light wooden board attached to their body. Participants either stood quietly on a fixed platform or on a slowly tilting platform (0.1 Hz sinusoid; 0.2 and 0.4 deg). Postural sway size was separated into two entities: (1) the spontaneous sway velocity component (natural random relatively rapid postural adjustments, RMS body angular velocity) and (2) the evoked tilt gain component (much slower 0.1 Hz synchronous tilt induced by the movement of the platform, measured as peak-to-peak (p-p) gain, ratio of body angle to applied footplate rotation).ResultsThere was no correlation between the velocity of an individual’s sway and their evoked tilt gain (r= 0.34,p= 0.15 andr= 0.30,p= 0.22). However, when considered separately, each of the two measurements showed fair to good absolute agreement within conditions. Spontaneous sway velocity consistently increased as participants were subjected to increasing disturbance. Participants who swayed more (or less) did so across all conditions [ICC(3,k)= 0.95]. Evoked tilt gain also showed consistency between conditions [ICC(3,k)= 0.79], but decreased from least to most disturbed conditions.ConclusionThe two measurements remain consistent between conditions. Consistency between conditions of two very distinct unrelated measurements reflects the idiosyncratic nature of postural sway. However, sway velocity and tilt gain are not related, which supports the idea that the short-term regulation of stability and the longer-term regulation of orientation are controlled by different processes. (shrink)

Composti tra il 1703 e il 1704, e pubblicati postumi da R.E. Raspe nel 1765, i Nuovi saggi sullíintelletto umano costituiscono un trattato di filosofia della conoscenza, ma scandito secondo la prospettiva metafisica elaborata dall’«autore del sistema dell’armonia prestabilita», come suona il sottotitolo del volume. Sono redatti in forma di dialogo tra Filalete, seguace di Locke, e Teofilo, portavoce di Leibniz, e i loro capitoli seguono pari passo, a mo’ di commentario analitico, quelli del Saggio sullíintelletto umano di Locke. Gli (...) estremi della disputa tra i due filosofi, imperniata per lo più sul tema della teoria della conoscenza in generale, sono riassumibili, da un lato, nell’assioma empirista lockiano, di tradizione aristotelico-tomista, secondo cui nihil est in intellectu quod non fuerit in sensu (niente è nell’intelletto che non sia già stato nella sensibilità), e, dall’altro lato, nella risposta corrosiva e tagliente di Leibniz: excipe: nisi ipse intellectus (a eccezione dell’intelletto stesso). Ma, oltre al confronto con la posizione teorica di Locke, Leibniz fornisce al lettore i fondamenti e i principi del proprio sistema speculativo, tra i quali spiccano: il concetto di monade quale sostanza individuale, inestesa, dotata di attività; la teoria delle piccole percezioni, intese come processi e stati mentali inconsci (teoria che apre la strada alla scoperta dell’inconscio); la lex continui, ovvero la legge della connessione totale del mondo, che non tollera né salti né vuoti; il principium individuationis, basato sul principio metafisico di identità degli indiscernibili; il principio ontologico dell’infinita molteplicità e diversità del reale; la massima secondo cui «il fondo delle cose è ovunque identico». I Nuovi saggi sullíintelletto umano furono pubblicati postumi da R.E. Raspe nel 1765 in G.W. Leibniz, Oeuvres philosophiques latines et franÁoises, Amsterdam-Leipzig. La traduzione è stata condotta sull’edizione critica curata da A. Robinet e H Schepers: G.W. Leibniz, Nouveaux Essais, Akademie Verlag, Berlin 1962, con recezione dei corrigenda acclusi nella ristampa del 1990. (shrink)

Determining what has gone wrong in a malfunctioning body and proposing an effective treatment requires expertise. Since antiquity, philosophers and doctors have wondered what sort of knowledge this expertise involves, and whether and how it can warrant its conclusions. Few people were as qualified to deal with these questions as Galen of Pergamum. A practising doctor with a keen interest in logic and natural science, he devoted much of his enormous literary output to the task of putting medicine on firm (...) methodological grounds. At the same time he reflected on philosophical issues entailed by this project, such as the nature of experience, its relation to reason, the criteria of truth, and the methods of justification. This volume explores Galen's contributions to epistemology, as they arise in the specific inquiries and polemics of his works, as well as their legacy in the Islamic world. (shrink)

In this essay on man Mr. Fuller expresses what may well be his penultimate view of the human condition. Here, in a mood at once philosophical and involved, Mr. Fuller traces man’s intellectual evolution and weighs his capability for survival on this magnificent craft, this Spaceship Earth, this superbly designed sphere of almost negligible dimension in the great vastness of space. Mr. Fuller is optimistic that man will survive and, through research and development and increased industrialization, generate wealth so rapidly (...) that he can do very great things. But, he notes, there must be an enormous educational task successfully accomplished right now to convert man’s ten­dency toward oblivion into a realization of his potential, to a universe-exploring advantage from this Spaceship Earth. It has been noted that Mr. Fuller spins ideas in clusters, and clusters of his ideas generate still other clusters. The concept “spaceship earth” is Mr. Fuller’s, and though used by Barbara Ward as the title of a work of her own the idea was acknowledged by her there as deriving from Mr. Fuller. The brilliant syntheses of some fundamental Fuller principles given here makes of this book a microcosm of the Fuller system. (shrink)

Health care professionals often face moral dilemmas. Not dealing constructively with moral dilemmas can cause moral distress and can negatively affect the quality of care. Little research has been documented with methodologies meant to support professionals in care for the homeless in dealing with their dilemmas. Moral case deliberation is a method for systematic reflection on moral dilemmas and is increasingly being used as ethics support for professionals in various health-care domains. This study deals with the question: What is the (...) contribution of MCD in helping professionals in an institution for care for the homeless to deal with their moral dilemmas? A mixed-methods responsive evaluation design was used to answer the research question. Five teams of professionals from a Dutch care institution for the homeless participated in MCD three times. Professionals in care for the homeless value MCD positively. They report that MCD helped them to identify the moral dilemma/question, and that they learned from other people’s perspectives while reflecting and deliberating on the values at stake in the dilemma or moral question. They became aware of the moral dimension of moral dilemmas, of related norms and values, of other perspectives, and learned to formulate a moral standpoint. Some experienced the influence of MCD in the way they dealt with moral dilemmas in daily practice. Half of the professionals expect MCD will influence the way they deal with moral dilemmas in the future. Most of them were in favour of further implementation of MCD in their organization. (shrink)

Haydar el-Herevî Horasan’dan Osmanlı topraklarına gelen önemli âlimlerdendir. Teftâzânî’nin şeçkin bir talebesi olan bu âlim I. Mehmed’ten büyük saygı görerek onun tarafından himaye edilmiştir. Herevî, Zemahşerî’nin el-Keşşâf’ı üzerine yazdığı şerhi büyük övgü ifadeleriyle I. Mehmed’e ithaf etmiş, ithafın yer aldığı mukaddimede hayat hikayesiyle ilgili önemli ayrıntılar vermiştir. Osmanlı topraklarında geçirdiği uzun yıllar sonra Timur’un oğlu Şahruh ile irtibat kuran Herevî, el-Keşşâf şerhi mukaddimesini tekrardan kaleme alarak aynı eseri bu sefer Şahruh’a ithaf etmiştir. Herevî’nin bu yeni patronaj ilişkisi mukaddimenin ikinci versiyonundan (...) öğrenilmektedir. İkinci versiyonda sadece ithaf kısmı değiştirilmemiş, yeni haminin kimliğiyle irtibatlı olarak muhteva da yeni- den kurgulanmıştır. İlk versiyonda bulunmayan önemli biyografik ayrıntılar ikinci versiyonda yer almaktadır. Mukaddimenin iki versiyonu Herevî biyografisinin neredeyse yegâne kaynağıdır. Bu makalede mukaddimenin ikinci versiyonu ilk defa gün yüzüne çıkarılmış ve her iki versiyonda verilen bilgiler bir araya getirilerek Herevî’nin biyografisi inşa edilmiştir. İki versiyonda herhangi bir tarih verilmemiş, sadece bazı şehirlerdeki ikamet süreleri belirtilmiştir. Biyografi inşa edilirken anlatıda oluşan boşluklar tarihi olaylardan hareketle doldurulmuş ve tarihlendirme yapılmıştır. Bahsedilen olaylar, yapılan nitelemeler ve verilen ikamet süreleri itibara alınarak Herevî’nin hayatının yaklaşık kırk yıllık bölümü tam olarak tarihlendirilmiş, Serahs’tan başlayarak sırasıyla Şîraz, Tebriz, Şirvan, Bursa, Edirne ve tekrar Horasan’a uzanan yıllara dair bütünlüklü bir tablo ortaya konulmuştur. Bu hayat hikayesi ulema-sultan ilişkileri, siyasî gelişmelerin ilim hayatına yansımaları ve hayatını ilim yolculuklarında geçiren bir âlimin zihin dünyası hakkında eşsiz bilgiler sunmaktadır. (shrink)